Ischia by bike: la 100 km dell’Isola Verde

Quando devi far da spettatrice ad una gara a cui avevi deciso di partecipare è sempre dura.

Soprattutto se quella gara la pianifichi da tempo, se è il tuo dodicesimo anniversario di matrimonio, se avevi deciso di farla con tuo marito e quelli che sono due tra i tuoi più cari amici e se il tutto doveva avvenire nella favolosa cornice di Ischia.

Ecco è esattamente quello che è capitato a me con la 100 Km di Ischia. 

Parlavamo, con Simone, Anna e Andrea (Banana per gli amici) di fare questo lungo weekend ischitano condito di Gran Fondo locale da quasi un anno, ma…

Eravamo quattro amici al bar, uno è stato operato al braccio…

Nonostante la delusione non ho mai pensato di rinunciare alla trasferta. Non ero mai stata ad Ischia e non intendevo certo privarmi del viaggio per il festeggiamento del mio anniversario.

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Niente gara, ma per fortuna a Ischia non ho rinunciato

Il programma prevedeva di alloggiare in un delizioso albergo sulla spiaggia dei Maronti, Zi Bak, immersi in un silenzio surreale scandito solo dal rumore del mare, coccolati con pastiera e coniglio all’ischitana… devo proprio ammettere che ci sono modi peggiori per “aspettare chi gareggia”.

La Gran Fondo dell’Isola Verde  prevede due percorsi, 2 giri dell’Isola per la distanza media: 70km, 3 giri per la lunga: 100 km.

Sabato mattina i tre si avviano al recupero pettorale e ad un primo giro di ricognizione con le bici che hanno noleggiato (da Cicli Scotto, recensione del negozio qui) io rimango stesa davanti al mare. Sono i primi giorni in cui, per qualche ora, tolgo il tutore e, se da un lato è un sollievo, dall’altro sono ancora timorosa su come muovere il braccio.

Quando Anna, Andrea e Simone tornano per pranzo, con i pacchi gara, la malinconia è pungente. Ma quando mi mostrano la maglia che indosseranno domani, come da regolamento uguale per tutti, maglia che ho anche io nel mio pacco gara, mi illumino. Approfitto del fatto di non avere il tutore e me la infilo: anche solo il fatto di indossare un capo tecnico da bici mi fa sentire meglio.

La mattina della gara mi sveglio con gli atleti, il mio programma prevedi di arrampicarsi sulla strada vecchia che porta a Barano e aspettarli per il passaggio del primo giro.

Mentre salgo (la salita è piuttosto ripida e fa caldo) mi arrivano le foto spettacolari della partenza, proprio sotto il Castello Aragonese.

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Simone alla partenza, proprio sotto il Castello Aragonese

So che per Simone questo è un allenamento e non spingerà, lo aspetto paziente, mentre sfilano i primi gruppi. Esattamente 12 anni fa era la mattina del nostro matrimonio.

Quando arriva e mi vede scende dalla bici e si ferma, ancora una volta in salita. Mi porge un fiore che ha portato in mano dalla partenza. È tutto stropicciato e schiacciato, ma il sorriso che lo accompagna non lo è. E neanche il bacio che mi dà prima di ripartire. Rimango col fiore in mano e un’espressione lievemente ebete sul viso. Le persone intorno a me applaudono e mi chiedono se è una proposta di matrimonio. Mi escono le parole a stento mentre dico che, no, è una promessa rinnovata d’amore, 12 anni di un amore che cresce ripidamente, come quella salita davanti a me.

Passano anche Anna e Andrea, insieme, a cui urlo tutto il mio tifo.

Al secondo giro aspetto Anna. Quando la vedo all’orizzonte si alza sui pedali in uno scatto bellissimo e mi grida “Cate questo giro è solo per te”. So che sta faticando perché è ancora all’inizio della preparazione stagionale e qui il dislivello è importante (più di 600 metri a giro) e vederla aggredire la salita così, urlando una frase per me, mi fa sentire ancora una volta fortunata. In fondo è solo una spalla. E io sono circondata da persone favolose.

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Anna che aggredisce la salita e mi dedica il suo secondo giro

All’arrivo mi raccontano di paesaggi mozzafiato sul mare turchese con il cielo blu, di salite ripide e discese con fondo buono.

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Paesaggi mozzafiato in gara

Unica pecca il fatto che al terzo giro il presidio del traffico non c’è più e sulle strade di Ischia (un’unica strada a dire il vero) una gara ciclistica non è sicura se il traffico non è chiuso.

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La chiesa del Soccorso, un altro luogo paesaggio incredibile della Gran Fondo

Il giorno dopo la gara le acque termali di Ischia sono l’ideale per sciogliere le spalle un po’ contratte dalla gara e le gambe doloranti.

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E’ così bello che ci si ferma anche in gara a farsi un selfie 🙂

A me basta godermi il relax in compagnia e ne approfitto per fare un po’ di esercizi fisioterapici nella piscina bollente.

Ischia per quest’anno finisce qui… ma rimane un conto in sospeso: 100 km di verde e profumo di mare, di salite e discese immersi nel turchese, di fatica e sudore.

Al 2019 allora, tu aspettami Isola Verde, io arrivo…

2 pensieri su “Ischia by bike: la 100 km dell’Isola Verde

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