Fino alla fine del mondo

“La vita stessa è un viaggio da fare a piedi” (In Patagonia – B. Chatwin)

Ci sono viaggi che son più di spostamenti, avventura e esperienza, ci sono viaggi che sono sogni coltivati, ambizioni e cambiamento, quello profondo che ti rovescia l’anima.

Visitare la Patagonia non è un viaggio, è il Viaggio. Quello che attraverso luoghi fisici compie una rivoluzione interiore, dove la fatica si fonde con lo stordimento da spazi immensi.

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In partenza… Patagonia arriviamo

Il nostro viaggio parte dalla Fin del Mundo e arriva nel cuore della Patagonia Cilena, con circa 500 km percorsi a piedi e più di 10.000 mt di dislivello.

Ogni traguardo un momento di indicibile gioia, ogni istante vissuto con l’intensità di un sogno cullato per più di 30 anni, ogni chilometro di corsa, arrampicata, camminata divenuto un indelebile ricordo

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Trekking sul Perito Moreno

Prendi uno dei ghiacciai più grandi del mondo, 250 km di estensione e circa 700 metri di profondità, e fanne la meta di 8 ore di trekking impegnativo, ramponi ai piedi e guanti alle mani, perché il ghiaccio qui, taglia.

Metti un’intera giornata camminando per osservare le sfumature di blu date dalle diverse temperature del ghiacciaio e guardando incantati i saracchi imponenti e vicinissimi.  Goditi un pranzo seduto sul ghiaccio a mangiare un panino e bere l’acqua dei fiumi scavati nel ghiaccio, sentendo il sapore  di quella che è la terza riserva di acqua dolce al mondo.

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Perito Moreno – Piedi sul ghiaccio, occhi sul celeste 

Infine assapora un whisky on the rocks (dove il rocks è vecchio di anni e viene direttamente dal ghiacciaio) riempiendoti ancora una volta gli occhi dei muri di ghiaccio che si inabissano…

Ecco serviti gli ingredienti di un Momento Indimenticabile.


El Chalten è un piccolo paesino della provincia di Santa Cruz, considerato la “Capitale Nazionale degli Scalatori”.  Arrivare al El Chalten è come prendersi una pausa dal mondo, il villaggio vive ad un suo ritmo e quel ritmo è scandito dalla montagna. Non è strano qui imbattersi in alpinisti famosi (o nella loro progenie), il bouldering sembra essere uno degli sport nazionali, visto il quantitativo di ragazzini in giro con materassi sulle spalle, e tutti hanno le dita perennemente imbrattate di magnesio. Qui tutti aspettano la giornata perfetta, quella in cui la pressione sale e nel cielo della Patagonia esce il sole. Quella così rara da farsi desiderare per un’intera stagione, quella che noi abbiamo avuto la fortuna di vivere.

Alto 3128 mt con il suo caratteristico, quanto pericoloso, cappuccio di ghiaccio, il Cerro Torre è una delle montagne più difficili, alpinisticamente parlando, e delle più spettacolari al mondo.

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Cerro Torre

E’ anche la montagna degli Italiani: scalata prima da Cesare Maestri (ricordato col famoso Mirador omonimo) e poi da diversi scalatori di Madonna di Campiglio, il Cerro Torre rimane nella storia dell’Alpinismo come un ponte indelebile tra Italia e Argentina.

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La tradizionale arabesque di Simone

Abbiamo percorso correndo il sentiero per cercare di ammirarla più volte nei tre giorni di permanenza a El Chalten, fino alla Giornata Perfetta, dove il Cerro, con la sua maestosità si è mostrato a noi facendoci, al contempo, piangere e ridere dall’emozione.


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Verso il Fitz Roy

Il Fitz Roy è senza dubbio la montagna più conosciuta della Patagonia, il suo profilo, insieme a quello delle cime dei massicci che lo circondano, costituisce da sempre un’icona caratteristica e il simbolo di un notissimo marchio di abbigliamento da montagna. Tra il Cerro Torre e il Fitz Roy, entrambi raggiungibili da El Chalten, c’è un sentiero lungo e vario, che abbiamo percorso correndo per poter sfruttare al meglio la famosa Giornata Perfetta.

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Laguna del Los Tres e Fitz Roy

La salita alla Laguna del Los Tres, è invece piuttosto impegnativa, 1000 mt di dislivello per un solo chilometro di sentiero, anche se risulta essere, una delle fatiche meglio ripagate. Arrivare alla base del Fitz Roy quando il sole è ancora alto nonostante sia già tarda sera (qui le giornate a Gennaio sono lunghissime) è uno spettacolo indimenticabile.

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Fa caldo ma neanche tanto – Fitz Roy on my back

Il lago Argentino, con un’estensione di più di 1400 metri quadrati, è il più grande dell’Argentina ed è il terzo lago del Sud America. Abbiamo salutato il 2016, il 31 dicembre, con una lunga corsa sotto il sole lungo le rive del lago. Il vento forte è incessante ha reso l’allenamento molto intenso, ma la vista colore del lago e il sole sulla pelle hanno costituito un incentivo fondamentale.

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Corsetta sul Lago Argentina

La nostra cena di Capodanno è un’altra perla da inanellare:  seduti al bancone de “La Zaina”, un ristorantino di El Calafate che dall’esterno sembra una vecchia baracca e che dentro è una sorpresa non solo visiva (è accogliente e pieno di oggetti curiosi), ma anche gustativa (servono piatti gustosissimi).

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Capodanno a El Calafate

Dall’Argentina al Cile, la Patagonia sembra non avere fine. Il parco Nazionale di Torres del Paine è un insieme di laghi cristallini, steppe, boschi e picchi granitici, tra cui le famose Torri, da cui prende il nome. Anche qui molti i richiami all’Italia, dal “Campamento Italiano” ai nomi di famosi scalatori divenuti simbolo di alcuni luoghi particolari.

Abbiamo percorso in 3 giorni l’intero famoso trekking W, per un totale di circa 100 km, alloggiando nei vari rifugi sul cammino.

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Torres del Paine

Pochi giorni immersi nella natura, tra guanachi (molti), puma (mai incontrato) e wild dog (un incredibilmente vicino al sentiero), senza telefono e con inclusa una notte in campeggio sotto una pioggia torrenziale e circondati da conigli selvatici, hanno concluso una delle esperienze più incredibili della nostra vita.

Seduti sul pulman che ci riporta in Argentina stiamo già setacciando la cartina del mondo per pianificare la prossima avventura.

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Con negli occhi il Cerro Torre… alla prossima

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