Negli anni il Triathlon di Bardolino è stata parte integrante della mia vita, non solo sportiva. Ricordi custoditi in quello scrigno che magicamente si apre ogni volta che si avvicina quel periodo dell’anno, che stanno nascosti nelle pieghe di un body, nell’abbaio di un cane, in una cuffia sbiadita dal sole. Eccone 5, solo 5, quelli più divertenti, più emozionanti, più miei, con la speranza di accumularne ancora tanti nella scatola dei biscotti.

2003 – Dino, il nostro bassotto più grande, ha solo 6 mesi, ma è già un veterano delle gare di triathlon e lo conoscono tutti (incluso lo speaker). Io sono in attesa di Simone, che è già nella frazione run. Sono in zona arrivo, più o meno vicino alle transenne dell’ultimo chilometro, ma ho trovato spazio solo al sole. Dino ha caldo. E’ sempre stato un bravissimo cane, anche da cucciolo, molto educato e incredibilmente ubbidiente, ma mi guarda perché è stanco e vuole stare in braccio. Tira per andare all’ombra dell’albero più vicino. Il guinzaglio non è abbastanza lungo e io non voglio perdere la postazione. Lo metto all’ombra sotto l’albero, libero, lui si corica tranquillo. Lo controllo regolarmente, ma non si muove. Intanto stanno per arrivare i primi. In quegli anni vinceva sempre Polikarpenko (padre… ho scoperto l’anno scorso che ha un figlio giovanissimo triatleta). Guardo la linea dell’orizzonte cercando di scorgere gli atleti quando nella testa mi risuona la voce dello speaker “Caterina, Dino è sulla passerella rossa di arrivo”… Realizzazione. Panico. Azione. Chiamata decisa con timbro della voce da mamma arrabbiata che deve farsi ubbidire. Bassotto che caracolla verso di me (sulle sue zampe da cucciolo), io che lo afferro, Polikarpenko che passa tipo fulmine. Flash. Fine del ricordo

Anno imprecisato tra il 2003 e il 2005 – Siedo sul bordo lago appena prima della partenza, dove si vedono i triatleti passare a nuoto, nella speranza di riconoscere nella massa il marito, allora fidanzato. Dino, che è un po’ cresciuto, è coricato a fianco a me con la testa poggiata sulla mia gamba. Vedo arrivare le donne, una nuota a un ritmo che mi pare lento (Povera illusa! Sono sicura che potrei essere io quella donna). Si sta dirigendo “placida”, col senno di poi probabilmente faticando e sbuffando come una locomotiva a vapore, verso l’uscita dall’acqua quando, letteralmente, la travolge un pro. Lui nuota così veloce che sembra non tocchi neppure l’acqua. Lei è disgraziatamente sulla sua traiettoria. Lui la spinge sott’acqua e le passa sopra. Lei risale sputacchiando acqua, nel panico, si riprende, lo insulta (ma lui sta praticamente già uscendo dall’acqua). Io ho ancora la bocca aperta per la sorpresa e lo shock. Mi dico “Io una roba così mai!” Stacco. Anno 2017 – Sbuffando e faticando sto nuotando a velocità bradipo in acqua verso l’uscita dall’acqua. Ho una cuffia addosso di colore imprecisato e una bici in zona cambio. Come nei peggiori incubi sono io quella ragazza di tanti anni fa. E così, senza preavviso: manata sulla schiena, testa sott’acqua, copiosa bevuta del lago di Garda, risalita, imprecazione, lui già in T1. Tutto come da copione. Cos’è che avevo detto? Io mai? Fine del ricordo.

Anni tutti, nessun escluso – “Dai facciamo un giro per le bancarelle? Non devo comprare niente però… No, ma hai visto questo costume? Carino vero? E questa gonna da corsa? Ma lo sai che ci sono i costumi col fondello? Io però quella fascia lì la metterei anche non in gara. Ma il vestitino con i pantaloncini da bici sotto?”. Risultato: per lo shopping di Natale spendo meno. Fine del ricordo.

Anno 2016 – Mio marito “Amore ho dimenticato le scarpe da bici!”. “Ma come hai dimenticato le scarpe da bici Simo! Ma sono 20 anni che fai triathlon, porca puzzola, lo sai che c’è la frazione bici”. Lui: “Sì ma le ho scordate, sai la muta, la pompa, il gatto sulla pentola a pressione, niente sono rimaste in garage a casa”. Io: “Ok te ne compro un paio nuove”. Lui “Ma no, figurati, lo faccio con le scarpe da corsa, lascia stare”. Io: “Piantala, andiamo che ti regalo un paio di scarpe da triathlon, che così le hai, le tue sono pesanti”. Scarpe nuove! Anno 2017 – Mio marito “Amore ho dimenticato le scarpe da bici!”. Io: “Ok, fallo con le scarpe da corsa”. Fine del ricordo

Anno 2019 – Nel nuoto non prendo botte (miracolo), nella bici riesco anche a fare un po’ di cambi con un paio di ragazze e risparmio energia, nella corsa, nonostante il caldo, mi impegno a dare tutto. Bardolino è il mio posto speciale. Ricordo ogni angolo di questo percorso, so quando arriverà la salita, dove rischierò di scivolare sui ciottoli del centro, dove il caldo sarà più feroce e dove potrò tirare il fiato. Le gambe girano, il sorriso è lì, la determinazione è salda. Quando vedo il traguardo sto già sorridendo. Il sesto posto di categoria è solo la ciliegina sulla torta. Fine del ricordo

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