Il triathlon ai tempi del Coronavirus – Anche se siete abituati a fare 3 cose fatene 1: state a casa!

Tanti di noi si stavano preparando all’inizio della stagione, ai primi Duathlon e erano magari in attesa di debuttare nei triathlon di primavera. E poi è arrivato lui, il Coronavirus. Ma prima della passione sportiva deve venire il bene comune e la nostra salute (e quella di chi ci sta accanto). Perché i triatleti saranno anche malati di sport, ma sono innamorati della vita, non dimentichiamocelo.

Le piscine sono chiuse da settimane e io non nuoto da moltissimi giorni, anche perché prima che le chiudessero sono stata in trasferta per lavoro in Florida. Per una discreta schiappa come me chiudere il costume nel cassetto per settimane avrà sicuramente un impatto sulla preparazione, eppure se dovessi nuotare il doppio della distanza nelle acque più nere e agitate del mondo non mi sentirei in difficoltà. Le difficoltà vere sono altre, non certo le piscine chiuse.

Il lago era uno spettacolo da riempire il cuore

Ieri sono salita in bici e ho fatto 90 chilometri con 1870 metri di dislivello. Un giro bellissimo, con il sole, il cielo azzurro e la neve. Una meraviglia che mi ha aperto il cuore. Virtualmente da sola (con mio marito che vive con me), cercando di stare lontana da tutte quelle situazioni al momento da evitare. Niente giro in gruppo. Niente colazioni con amici. Niente aperitivi.

E credo che sarà il mio ultimo giro in bici (all’esterno) per un po’.

Viste impressionanti di cui riempirsi gli occhi

Non credo che mi prenderò il coronavirus in bicicletta da sola, ma come hanno già fatto notare in molti, se cado e mi faccio male (anche un banalissimo infortunio) e mi serve assistenza medica creo un danno alla comunità e a me stessa.

… e qualche passaggio ardito e divertente

Sottraggo tempo e risorse al personale medico, mi metto in pericolo io dovendo frequentare ambienti dove al momento il virus è presente, devo con considerare che non potrò avere la stessa assistenza che mi sarebbe garantita in un momento non di emergenza.

Un sorriso per il fotografo

Certo, potrei cadere anche andando in bicicletta a lavorare (e al momento sono in smart working) o a fare qualcosa di fondamentale tipo comprare da mangiare, ma il concetto è: posso evitarlo? Posso evitare di uscire in bici per fare sport visto che non è il mio lavoro? Sì, posso e allora sarò civile e non lo farò.

E poi su su, fino a trovare la neve

Mi metterò sui rulli, davanti a Zwift e per un po’ mi farò bastare il cielo azzurro, la vista del lago e la neve che ho visto domenica.

Sempre più bianco

Invece correre continuerò a farlo. Uscirò sola, al massimo con mio marito, correrò lontana dagli altri, senza chiacchierare, anche se è più duro e difficile, ascoltando un libro. Continuerò a correre partendo da casa, andando nelle zone del Parco di Monza piene di verde e cercherò di respirare a fondo e scaricare questa tensione che ci accompagna giorno dopo giorno.

Sempre più sole

Metterò le mie scarpe e il mio pensiero andrà ai miei due amici, impegnati in prima linea a combattere, minuto per minuto, in ospedale e sulle ambulanze questo maledetto virus. Vorrei tanto poterli aiutare. E so che ci sono poche cose che posso fare, ma tutte importanti. Prendere questo virus seriamente. Fare dei sacrifici quotidiani. Rispettare le regole e le indicazioni che i medici ci hanno comunicato. Stare a casa.

Sempre più la mia bici ed io. Ed ora casa, Zwift e Tour di Watopia

Verrà il tempo delle nuotate, dei giri in bici e delle corse in compagnia.

Verrà il tempo delle gare, delle finish line urlate e degli abbracci per festeggiare.

Adesso difendiamoci. Tutti insieme. Aiutiamo i medici ad aiutarci.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...