Non che sia proprio il Paradiso del Runner, con il suo traffico intenso, il suo inquinamento alle stelle e il suo caldo torrido, Mumbai sembra non offrire molto a chi fa della corsa la sua passione. Ma con un po’ di buona volontà, un paio di scarpe nuove da testare ai piedi e tanta voglia di esplorare, si possono trovare percorsi interessanti per scoprire l’India in un modo originale
Per lavoro viaggio… chi di voi mi segue da un po’ lo sa. Un po’ perché il mio anno è costellato di mercati dell’audiovisivo (Cannes, Tolosa, Annecy, Miami…) e un po’ perché, a volte, ci sono viaggi che devo fare ad hoc. Questa volta è toccato a Mumbai dove risiede uno studio di animazione con cui stiamo producendo una nuova serie.

Mumbai è una città che ti colpisce allo stomaco. E’ come una danza infinita e ubriacante, dove le contraddizioni ad ogni angolo ti insegnano che, davvero, non hai mai finito di imparare. C’è tutto a Mumbai: da palazzi ultramoderni, lussuosi con giardinetti all’inglese e terrazzi di vetro, a montagne (letteralmente) di spazzatura, ad ogni angolo. Da bambini in divisa che vanno a scuola ad ogni ora del giorno (fanno i turni, per via delle poche strutture scolastiche) a gente che dorme, in massa, sotto i cavalcavia della città. C’è una frase di Julian Sands (l’attore inglese di Camera con Vista, per capirci) che dice tutto di questa città.
Juhu Beach Singolare utilizzo del trasporto urbano Taxi locali Architettura Inglese 1 The Gate of India Architettura Inglese 2 Colori e profumi… …tramonti… …amore
The thing about Mumbai is you go five yards and all of human existence is revealed. It’s an incredible cavalcade of life, and I love that.
Julian Sands

Alla mia partenza per Mumbai tutti mi hanno sconsigliato di correre all’esterno per l’altissimo tasso di inquinamento: l’aria in città non è proprio salubre. Alloggio al Westin Mumbai Garden City e, come tutti i Westin hotel, anche quello di Mumbai ha una particolare attenzione al fitness. La struttura offre una palestra piccola ma ben equipaggiata, una piscina esterna, dove nuoto regolarmente la mattina presto e, udite udite anche una running track (breve, poco più di 1 km) all’interno del loro giardino. Se avete dimenticato (o lasciato a casa) il necessario per correre, Westin ve lo offre ad un prezzo simbolico (e vi regala le calze del kit) grazie ad una partnership con New Balance (qui il programma).

Io però le mie New Balance 1500 con il sistema Boa® Fit me le sono portate da casa e nonostante i vari dissuasori costituiti dal caldo, dall’inquinamento e anche da un po’ di stanchezza dovuta al lavoro intenso e al jet lag, decido che una prova, anche se breve, certo non può farmi male.

Un’idea mi è subito chiara in testa: le New Balance 1500 T2 con Boa® Fit sono pensate per i triatleti. Certo sono scarpe da corsa, ma con una decisa inclinazione a noi amanti della triplice. Non si chiamano T2 per caso, come molti di voi avranno capito, il nome della scarpa fa proprio riferimento alla Transition 2. Per chi di triathlon mastica poco, la T2 è la seconda transition della gara, quando dalla bici si passa alla corsa e appunto si tolgono le scarpette da ciclismo e si infilano le scarpe da corsa.

La prima impressione è quella di una scarpa disegnata per la velocità: l’intersuola RevLite (definita la più leggera fino ad ora utilizzata su una scarpa running NB) è davvero piuttosto sottile e la sensazione nella corsa è quello di “sentire” molto chiaramente il fondo stradale. E’ anche piuttosto ben percepibile l’extra sostegno sotto l’arco plantare, dovuto alla superiore densità del foam, per una maggiore stabilità nell’appoggio, soprattutto nei cambi di direzione e nelle torsioni.

Ma la vera rivoluzione di questa scarpa è l’aggiunta del Boa® lacing system. Mi è capitato di provare, in passato, altre scarpe con il sistema Boa®, ma devo ammettere che quello utilizzato sulle New Balance 1500 T2 è decisamente un passo avanti: funziona davvero in modo eccezionale.

La parte alta della scarpa ha una calzata avvolgente e comoda, con tre inserti di tessuto che si posizionano appena sotto il collo del piede. Ed è qui che si inserisce il Boa Fit con i lacci che vanno ad inserirsi nella rotella. Stringendo la rotella Boa, i lacci si tendono e vanno a posizionare perfettamente i tre inserti di tessuto per una calzata ideale del piede nella scarpa. La sensazione è quella di un’allacciatura perfetta e di un piede completamente e perfettamente avvolto nella scarpa: più comfort, stabilità e sicurezza. Qualcosa di difficilmente raggiungibile con una tradizionale sistema di allacciatura con stringhe. Ne beneficia anche la prestazione, nel momento in cui si aumenta la velocità e si cambia bruscamente direzione, non solo la scarpa risponde velocemente, ma il piede non scivola in alcun modo all’interno e rimane perfettamente in posizione.

Mi è successo, le prime volte che le indossavo, di stringere un pochino troppo il Boa, ma è davvero una correzione facile da apportare e dopo un paio di volte è semplice capire dove ci si deve fermare.
Allacciatura, intersuola sottile e poco drop fanno di questa scarpa l’ideale per gli allenamenti di velocità con un tocco di stabilità. Per il triathlon, io le utilizzerei sicuramente per correre un Olimpico, forse anche un Mezzo. Per la poca ammortizzazione eviterei di usarle in gare lunghe che prevedano più delle mezza maratona nella frazione corsa

E poi, scivolerò sul femminile, sono davvero FIGHISSIME! Le metterei anche con l’abito da sera… io però sono un po’ fuori 😂.

2 pensieri su “Correre a Mumbai – Le nuove New Balance 1500 T2 con Boa® Fit”