Dopo mesi di collinari e dislivelli, dopo corse in affanno per l’altura e dolori alle gambe per le discese, correre in riva al mare, su una strada non proprio piatta, ma sicuramente senza dislivelli importanti, porta sensazioni completamente differenti. Ai miei piedi le nuove Asics Novoblast
E allora eccomi qui. Senza fiato, non per la vista, ma per l’affanno. Fa caldo. Mi sono presa qualche giorno di pausa. La corsa che ho nelle gambe è solo uno scarico, senza forzare. Scorre al mio fianco l’azzurro. L’orizzonte è praticamente una linea invisibile, anche se il cielo è velato di nuvole. Non riesco quasi a credere di essere al mare.

Le corse di questi giorni sono volte allo scarico, fisico e mentale. Cancellato anche l’ultimo obiettivo stagionale (l’Ironman Barcellona), il mio bisogno di allenarmi è legato solo al recupero, più necessità di muovermi che di allenarmi. Mi sembra quindi che la Novoblast sia la scarpa perfetta: adatta per lipidici, lunghi e easy run. Per questo l’ho portata con me in questa vacanza estiva 2020.

Dopo mesi trascorsi ad inanellare dislivello (in bici e a piedi), ad allontanarmi, per volontà e necessità, dalla gente, a praticare un distanziamento sociale voluto e non forzato, i passi su questo lungomare mi sembra echi lontani. Mi sembra impossibile essere qui, al mare, lontana dalle mie montagne, dalle mie vette, dalle mie strade in ripida salita.

NovaBlast ha una curiosa caratteristica privativa: non ha gel. Da nessuna parte. Niente gel. Ed è davvero una differenza importante. La prima cosa che ho notato indossando un paio di Novoblast? L’effetto super bouncing. Si sente talmente tanto che si ha praticamente la sensazione di rimbalzare ad ogni passo. Inizialmente è un tantino spiazzante, tanto che ho avuto l’impulso immediato di saltellare e rimbalzare come se avessi le molle sotto i piedi. Il bouncing così marcato è dato dall’intersuola FLYTEFOAM Blast.

Conosco questa strada, l’ho fatta così tante volte in bici, a Natale, quando vengo ad allenarmi qui. Conosco le baie, le salite e le discese, le zone d’ombra dove, d’inverno, rischi di trovare la strada bagnata e scivolosa, come una saponetta. So che non è piatta, che ci sono lunghe salite morbide, e lunghe discese facili, vista mare.

Dopo aver provato l’effetto saltellante, il mio obiettivo era cercare di capire se la scarpa avesse comunque un discreto grip. Il rischio era quello di avere una forte risposta di rimbalzo ma di non poter effettivamente controllare la corsa. Devo dire che non è così. La suola, con molte scanalature, tiene. Il passo è saldo anche quando si aumenta un po’ la velocità. Il grip è buono.

Conosco quest’affanno, che mi prende la gola, con il caldo afoso. Lo conosco, ma quest’anno fatico a controllarlo. Aver trascorso tutto quel tempo su, tra i monti, mi ha privato dell’abitudine di allenarmi nella canicola. Sento quest’aria umida e pesante, che mi attacca i vestiti addosso, che mi rende cieca per il sudore che cola piano tra le ciglia e brucia, che mi fa faticare quando inspiro aria bollente.

L’unico punto negativo è forse un po’ di instabilità, soprattutto quando mi sono trovata ad aumentare la velocità (nelle discese 😂) e nei cambi repentini di direzione. Ho pensato che sia principalmente dovuta alla forma della suola. Mi sono comunque resa conto che, paradossalmente, l’instabilità migliora correndo (mentre la scarpa risulta meno stabile camminando).

Fatico, fatico, fatico. Nonostante il paesaggio, nonostante la vista mare. E poi l’ho capito definitivamente, a me il mare piace, ma guardare una montagna è un’altra cosa. Io vivo un po’ di più sui monti. Penso meglio. Penso il doppio. Sono meglio. Non il doppio, magari no. T’immagini due me. Che palle.
Ho trovato la tomaia leggera e areata, e mi piace l’abbinamento grigio/rosa. Consiglierei Asics Novoblast per l’allenamento di lunga distanza e per le easy run, una scarpa eccellente per chi ama la sensazione di ammortizzazione e predilige il comfort.
Una soddisfazione grande però c’è, in questa corsa affaticata, appesantita dalla temperatura, dalla testa e dal vedere l’off season arrivare, senza mai aver veramente avuto una stagione di gara da vivere, ed è zampettare in salita senza fatica, senza quasi sentirla quella leggera pendenza, ripetuta e lunga. Ancora una volta, grazie monti, grazie amici. Con voi corro meglio. Non il doppio (magari), ma sempre un respiro in più.
