Sapersi ascoltare e smettere di contare (le calorie), capirsi e nutrire il nostro corpo senza rincorrere obiettivi vuoti di “qualità” come i numeri sulla bilancia, imparare a bilanciare allenamento e nutrizione nel modo corretto: Elena Casiraghi ci fa far pace con le diete, ci indica come soddisfare il nostro palato e ci esorta a perseguire il nostro desiderio di stare in forma. Una guida al giusto equilibrio tra nutrizione e allenamento, con un linguaggio semplice e accattivante che si legge come un romanzo e insegna come un manuale.
Ho parlato con Elena di nutrizione e allenamento per sport di endurance in una lunga chiacchierata qualche anno fa. Sono uscita dal colloquio con lei affascinata dalla sua straordinaria competenza e dalla sua incredibile capacità di trasmetterla in modo chiaro e convincente, con un’immediata sensazione di empatia frutto anche di una comune passione per gli sport di fatica.
Oggi ritrovo Elena, tutta qui, dentro il suo ultimo libro, “L’alimentazione non è competizione”: incredibile competenza, indiscussa abilità narrativa e immersione immediata sono la ricetta quasi magica di questa guida che si legge come un romanzo.
Fin dalla prima pagina Elena ti prende per mano, senza esitazioni e dandoti del Tu, non solo metaforicamente, per accompagnarti lungo il percorso.
Elena è diretta, e riesce a scrivere di argomenti davvero complessi, come la salute alimentare, in maniera talmente semplice da rendere il testo assolutamente comprensibile a tutti: sia a chi è reduce da anni di vane diete, sia a che si avvicina a questi argomenti per la prima volta.

Per farlo utilizza esempi e figure retoriche tanto lineari quanto efficaci agevolando così la comprensione e consentendo di fissare i concetti chiave.
Mi ha colpito il concetto alla base, credo, anche del titolo dell’opera: il cibo vissuto come premio o castigo. “Vai a dormire senza cena se non smetti di fare i capricci”… Oppure “Se fai il bravo ti compro il gelato” sono solo due esempi banali di un meccanismo che fa parte della nostra cultura. E’ ovviamente una concezione legata a periodi di privazioni, dove il cibo era realmente un bene scarso e poter mangiare una fortuna. Tuttavia questa correlazione diviene, come spiega Elena, un’arma a doppio taglio dove il cibo diventa espressione dei nostri stati d’animo: mangiamo per consolarci, digiuniamo per punirci. Dobbiamo liberarci di questa riflesso condizionato culturale se vogliamo invece nutrirci con l’obiettivo primario del nostro benessere fisico.
Il libro è ricco di “trucchetti” utili e facilmente applicabili: da quelli per misurare la quantità di cibo, a quelli per compensare eventuali sgarri, passando da quelli per godersi al meglio i pasti e raggiungere un equilibrato ed appagante senso di sazietà.
Il primo consiglio di Elena è quello di mettere da parte il “metodo calorie assunte, calorie bruciate” ritenuto ormai obsoleto e comunque non così efficace come si riteneva in passato. Il suo mantra è la dieta a zona, in relazione alla quale offre un approccio molto semplice e pratico.
Si parte con il concetto di alimentazione che è da considerarsi a 360 gradi: dall’aspetto visivo, alle dimensioni del piatto, dalle proporzioni con cui abbinare le tipologie di nutrienti, ai modi con cui masticare, dal come, dove e quando mangiare, al sapersi gratificare e al non demoralizzarsi eccessivamente.
Elena ci fa capire quanto sia importante la prima colazione, ma quanto sia altrettanto fondamentale suddividere in almeno 5 pasti l’assunzione di cibo giornaliera.

Nella seconda parte Elena ci guida nel magico mondo della nutrizione per chi si allena regolarmente e fa attività sportiva, partendo dal presupposto che la risorsa scarsa (e non rinnovabile) per l’essere umano moderno è il tempo. Il momento in cui allenarsi non è quindi, per gli amatori, una scelta dettata in prevalenza da predisposizione fisica o rendimento, ma principalmente una scelta “obbligata” da una serie di fattori (lavoro, famiglia, trasferimenti).
Elena, alla scelta del momento della giornata, abbina una risposta nutrizionale… adatta, a noi, al nostro obiettivo e alla nostra vita. Allenarsi (e nutrirsi per) in pausa pranzo non è uguale a farlo in serata, dopo il lavoro, o ancora la mattina appena svegli. E soprattutto ci racconta della magica mezz’ora che segue l’allenamento e quanto è importante a livello metabolico.

E poi devo confessarvi una cosa: ho capito che il libro di Elena ha una marcia in più per una frase fondamentale: dice che il gelato è un alimento sano e soprattutto che i gusti alla “crema” non vanno demonizzati! Ok, Elena mi hai convinto!

Viene voglia di provarci a leggere l’ennesimo libro sulla nutrizione soprattutto per l’approccio che sembra avere.
Convinto.
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E’ davvero un approccio che ho apprezzato. E te lo dice una persona che fondamentalmente non ha mai seguito una dieta e anche a livello di nutrizione quotidiana o di integrazione sportiva si affida più che altro alle sensazione e ai desideri del momento. Ma Elena è davvero “easy” e fa pensare che seguendo poche regole basilari si possa nutrirsi meglio per, appunto, stare meglio
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