I triathleti, soprattutto quelli non più giovanissimi, sanno quanto uno sport di endurance come il triathlon sia logorante.
I lunghi allenamenti e le gare, in particolare quelle che mettono a dura prova il nostro fisico come le lunghe distanze di mezzo ironman e full distance, sovraccaricano il nostro sistema muscolo-scheletrico.
Anche la vita sedentaria che molti di noi conducono, davanti al computer o in macchina, ci porta ad affrontare le sessioni sportive spesso con squilibri fisici che danno origine a malesseri, affaticamento, talvolta, nei casi peggiori ad infortuni.
L’osteopata è, da molti anni, un valido aiuto nella vita degli atleti professionisti, ed è diventato, da quando corsa e triathlon si sono avviate ad essere sport popolari, una costante anche degli age group. Senza dimenticare che l’osteopatia, oltre a non essere una tecnica invasiva, è anche un ottimo strumento di prevenzione agli infortuni per chi decide di intraprendere attività ad alto impatto come il triathlon.
Per uno sport come il nostro, che prevede di praticare 3 discipline, è fondamentale avere al fianco un valido osteopata che ci permetta di riequilibrare il nostro assetto.
Lo studio dell’osteopatia richiede dedizione e applicazione, le scuole prevedono 5 anni di percorso formativo, con esami teorici e molte ore di clinica e pratica.
Dal 22 Dicembre 2017, grazie all’approvazione al Senato del DDL Lorenzin, l’osteopatia è finalmente una professione sanitaria riconosciuta anche in Italia, così come in quasi tutti gli altri stati dell’Unione Europa.
Anche il mondo del triathlon non può che ritenersi soddisfatto dell’approvazione di questo provvedimento legislativo, che tutela delle figure professionali così importanti per la vita degli sportivi e non solo.
Da oggi in poi, sempre di più, l’osteopata sarà il fedele compagno dei triathleti.